Come scegliere l’avvitatore che più si adatta alle tue esigenze?
Gli avvitatori più idonei si possono individuare analizzando il tipo di vite e il tipo di materiale che dobbiamo avvitare: l’obiettivo di un’avvitatura efficace è infatti creare la forza adeguata per tenere uniti due o più materiali o componenti.
Cosa occorre per avvitare?
Per avvitare occorrono:
- due parti da avvitare o Giunzione
- una vite
- un avvitatore
Noi ci concentriamo su quest’ultimo, ma abbiamo bisogno di conoscere cosa devo avvitare e con che tipo di vite per poter scegliere l’avvitatore più giusto.
1. La Giunzione
Due parti da avvitare, vengono meglio definite come Giunzione
Per Giunzione si intende un accoppiamento di 2 o più materiali che devono rimanere uniti e far fronte ad una sollecitazione esterna.
Più che le parti, è molto importante conoscere il tipo di materiale prima di scegliere il tipo di vite e di avvitatore, perché a seconda della composizione del giunto esso può sopportare o meno una diversa forza di serraggio.
2. La Vite
Il più conosciuto e diffuso è il sistema vite dado che rappresenta a tutt’oggi un sistema ideale per tenere uniti diversi componenti tra di loro in modo particolare se gli stessi necessitano di smontaggi e rimontaggi + o – frequenti.
In assenza del dado, abbiamo il sistema vite e madrevite.
Il numero e l’ampia varietà di viti e materiali / giunzioni permette oggi assemblaggi più facili in termini di semplicità e velocità e maggiormente performanti quindi di maggiore qualità.
3. L’Avvitatore
Ne esistono di svariati tipi e si scelgono normalmente in base al tipo di utilizzo che se ne vuole fare.
Il mercato offre tante tipologie: come scegliere?
Dovrò rispondere a queste domande:
- Quale materiale devo avvitare?
- Che tipo di vite devo utilizzare?
- Che tipo di avvitatura voglio ottenere? Ho una coppia di riferimento?
- Com’è l’ambiente di utilizzo?
- Esiste una tecnologia di riferimento? Aria piuttosto che brushless?
- Esiste una necessità di controllo automatico?
- Esiste una necessità di tracciabilità del dato?
Gli avvitatori che possiamo trovare sul mercato si distinguono in:
- Avvitatori elettrici ed elettronici: sono così definiti gli avvitatori alimentati a corrente. Sono controllati nella maggior parte dei casi da un unità esterna, che ne permette, in modo più o meno sofisticato, la regolazione dei parametri necessari alle più svariate avvitature.
- Avvitatori pneumatici: sono così definiti gli avvitatori alimentati ad aria. Questi presuppongono la presenza di un compressore che genera aria e un impianto per la distribuzione adeguatamente dimensionato.
- Avvitatori a batteria: sono così definiti gli avvitatori alimentati a batteria. Questi diventano strategici in tutte quelle applicazioni in cui il cavo o il tubo di alimentazione diventano un impedimento.
Quindi quale scegliere?
Nell’industria, nella produzione e anche nella manutenzione i risultati sono sinonimo di efficienza ed efficacia.
A seconda dello strumento scelto, l’azienda sarà in grado di gestire meglio o peggio il proprio lavoro.
Sia per gli utensili elettrici o elettronici, sia per i pneumatici, sia per quelli a batteria, è poi importante sapere se vogliamo serrare ad una forza predeterminata oppure no.
La forza di torsione che dobbiamo imprimere per serrare una vite, è definita coppia di serraggio.
- Scelgo il controllo di coppia quando ho bisogno di uno strumento che chiuda la mia giunzione ad una coppia predeterminata con un grado di precisione più o meno alto.
Attraverso il meccanismo di controllo, gli avvitatori rilevano la quantità di coppia erogata sulla vite: quando l’utensile raggiunge la coppia impostata, l’avvitatore si arresta terminando l’avvitatura.
- Scelgo invece l’avvitatore senza controllo di coppia ogni qualvolta non esiste una coppia precisa da imprimere sulla giunzione, ma la necessità è semplicemente una giunzione serrata.
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